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ANTEPRIMA AMBIENTE E TERRITORIO -
Qui gli articoli di Natura e Società di interesse per il Territorio Pontino prodotti da Luciano Comelli e Vanni Tecchiato (Sapienza)
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INFO AMBIENTE E TERRITORIO - in questa pagina trovate 9 argomenti che periodicamente teniamo aggiornati:
- Emergenza Incendi
- La duna costiera: un ecosistema sotto pressione umana e marina
- Forestazione
- Le impronte del Territorio, il dinosauro Martino e la valorizzazione naturalistica
- Zannone nel degrado: Stato e proposte
- L'Amazzonia Perduta di Mario Tozzi
- Geotermia Pontina
- Interventi dei soci su temi ambientali
- Dal governo nazionale al locale: grossi margini di perfettibilità in tema energetico
Argomento 1 EMERGENZA INCENDI
EMERGENZA INCENDI
Agosto 2017 qui di sopra le immagini degli incendi di Sermoneta. Ricordiamo ai comuni colpiti che sono obbligati per legge a:
1 - mappare le aree colpite da incendi (legge n. 353, 2000)
2 - piantare almeno un albero per ogni nuovo nato (legge n. 113 del 1992), che fa circa 80'000 alberi nella sola provincia di Latina. Ce li hanno messi a dimora? Sempre Verde Pro Natura Latina chiede dal 2014 che questo sia una realtà http://sempreverdelatina.weebly.com/…/lettera_al_sindaco_6_…
grazie a Emiliano per la foto e ai nostri avvocati per la consulenza tecnica. Non restare a guardare!
1 - mappare le aree colpite da incendi (legge n. 353, 2000)
2 - piantare almeno un albero per ogni nuovo nato (legge n. 113 del 1992), che fa circa 80'000 alberi nella sola provincia di Latina. Ce li hanno messi a dimora? Sempre Verde Pro Natura Latina chiede dal 2014 che questo sia una realtà http://sempreverdelatina.weebly.com/…/lettera_al_sindaco_6_…
grazie a Emiliano per la foto e ai nostri avvocati per la consulenza tecnica. Non restare a guardare!
L'incendio in Via dei Volsci (Latina 2 agosto 2017) dove ha perso la vita carbonizzato un signore che lì tra le fratte secche viveva. Siamo vicini ai suoi amici se li aveva e alla sua famiglia ovunque essa sia.
Via Bellini Latina 17-18 Luglio 2017 - Quel che resta della zona verde e per fortuna gli alberelli piantati a febbraio stanno bene.
Proteggi la fauna dei Monti Volsci (Monti Lepini+Ausoni+Aurunci). Nell’emergenza:
1. Se avvisti anche il più piccolo incendio chiama il 1515
2. Se trovi un animale selvatico ferito prestagli soccorso e portalo al CRAS più vicino http://www.recuperoselvatici.it/elenco.htm.
3. Se hai un orto vicino le zone incendiate crea ricoveri e nascondigli per gli animali selvatici che li hanno persi.
Per il lungo termine motiva i tuoi comuni a mappare le aree bruciate per evitare le future speculazioni e spingili a cercare i fondi per riforestare!
Qui di seguito una serie di buone motivazioni, considerazioni e decalogo delle azioni da prendere tratto dal post dei nostri amici dell’Associazione ARDEA.
Fuoco e Fauna. Cosa possiamo fare per mitigare gli effetti negativi che gli intensi ed estesi incendi stanno avendo sulla fauna?
Una premessa è doverosa per rispondere a questa domanda: localmente sarebbe necessario un attento studio che indichi le strategie da mettere in campo, strategie differenti a seconda del settore andato in fumo. Per cui quanto viene proposto è conseguenza delle conoscenze acquisite altrove (soprattutto all'estero) e delle buone pratiche (generiche) di sostegno alla fauna in momenti critici come questo. Inoltre, nel caso particolare delle riserve isolate, limitate in dimensioni e circondate da centro abitati, è bene ricordare che, i problemi per la fauna selvatica non finiscono con il finire dell'incendio ma anzi si protrarranno negli anni. Il Vesuvio per esempio è una vera è propria isola verde in un mare di cemento e asfalto. L'incendio ha sottratto preziosi ettari di territori alla fauna, che non potrà colonizzare altre zone senza attraversare, appunto, questo mare di strade e case. La competizione per le risorse rimaste si inasprirà e ad avere la peggio saranno gli individui più deboli, ma anche con meno esperienza, come i giovani sopravvissuti. Questo significa che, probabilmente, le popolazioni di animali selvatici subiranno un decremento negli anni, causato dal mancato ingresso delle nuove generazioni nelle popolazioni.
Molte specie (tra quelle che si muovono a terra lentamente) come ricci, rospi e alcuni rettili hanno sicuramente subito perdite numericamente importanti nella loro popolazione, per questo è importante aiutare i sopravvissuti in vario modo. Se troviamo un riccio e qualsiasi altro animale ferito o in difficoltà in portatelo al Centro Recupero Animali Selvatici http://www.recuperoselvatici.it/elenco.htm o telefonando al 1515.
Il servizio di cura e riabilitazione è assolutamente gratuito, alla consegna cercate di essere precisi sul luogo del ritrovamento, se l'animale viene riabilitato è importante liberarlo nel luogo non bruciato e idoneo più vicino al suo territorio in modo rinfoltire la popolazione sopravvissuta e agevolare l'animale liberato mettendolo in un contesto più familiare.
Probabilmente troverete difficoltà a trovare qualcuno incaricato dalle istituzioni disposto a portarlo, in tal caso mettete l'animale ferito in un cartone forato, in modo che stia più tranquillo al buio e possa respirare. Se il trasporto rappresenta un problema, spesso lo si risolve facilmente con una chiamata di aiuto ai nostri familiari o amici.
Come aiutare invece gli animali che non hanno riportato danni fisici ma sono privi di un territorio e di risorse idriche ed alimentari. In primis andando piano in auto e mostrando tanta attenzione alla guida. Animali come le volpi, le faine, le donnole ed altri si stanno muovendo soprattutto nelle ore crepuscolari e notturne lontano dai loro territori inceneriti per trovare qualcosa da mangiare e per fare questo attraversano spaventate strade che non conoscono aumentando di molto la probabilità di essere investiti, considerando poi che la quasi totalità delle strade del centro sud non possiede sottopassaggi per la fauna e che questa problematica miete moltissime vittime anche in periodi non critici.
Se avete un orto, un giardino, una azienda agricola vicina ad un’area bruciata cercate di aumentare il numero di ricoveri e nascondigli per chi ha perso la propria tana ed il proprio territorio. Infatti, moti animali scappati dalle aree carbonizzate cercano ospitalità nei territori più vicini.
Fate dei cumuli di pietra o tronchetti ricchi di interstizi per la fauna di piccola taglia come rettili, micromammiferi ecc. All'interno del vostro terreno mettere una ciotola bassa con dell'acqua in una zona all'ombra (per evitarne la rapida evaporazione); bassa per evitare l'annegamento di animali di piccole dimensioni già in difficoltà; un sottovaso alto 5 cm e largo fra 30 e i 50 cm può andare bene. Mettete in modo selettivo piccole quantità di cibo nel vostro giardino in modo da sostenere gli animali in questa fase critica ma non creare dipendenza trofica. È da evitare l’accumulo in grandi quantità il cibo soprattutto se di origine animale. Immaginate una grande quantità di carne in un giardino: dopo poco diventerebbe terribilmente maleodorante e sosterrebbe solo le popolazioni di animali più sinantropiche come ratti, corvidi e cani randagi, che presiederebbero l'area facendo da deterrente proprio agli animali che vogliamo aiutare, come volpi, ricci, mustelidi, ghiri ed altri. Per cui il cibo va messo in piccole quantità ed aggiunto solo quanto finisce, si può mettere a terra una ciotola con le crocchette per cani e gatti, nella cavità di un albero una manciata di semi e nocciole, un po’ di frutta e scarti alimentari vegetali su un ripiano in alto per gli uccelli. La comunità faunistica ora in difficoltà viene sostenuta più da una miriade di piccoli punti di alimentazione che da un grosso cumulo in poche zone.
Come aiutare le specie con grosse capacità di movimento come gli uccelli? Sicuramente la maggioranza degli individui capace di volare è salva (questo non vale per chi si trovava ancora nel nido). Queste specie hanno abbandonato velocemente l'area in volo dirigendosi lontano dalle fiamme. Ora non possono tornare nel loro territorio in cui tutto è distrutto, dagli alberi su cui si posavano alle loro risorse alimentari. Per abbassare la probabilità che muovendosi in contesti nuovi possano scontrarsi con finestre e vetrate conviene mettere alla finestra la sagoma di un rapace come hanno fatto i nostri amici di ARDEA ONLUS qui: https://www.facebook.com/ardeaonlus/posts/1626216704087513
SOSPENSIONE CACCIA PER QUEST'ANNO
La cosa più importante è che la Regione Lazio come la Regione Campania sospenda il calendario venatorio 2017/2018 nelle zone colpite e nelle zone ad esse limitrofe (circa 10 km), in quanto l'avifauna stanziale ha subito un grave danno da questi incendi e l'avifauna migratrice quando giungerà nei nostri territori per sostare lungo il viaggio verso sud o per trascorrere qui l'inverno non troverà lo strato vegetazionale e le risorse alimentari sufficienti e sarà costretta a cumularsi nelle poche aree intatte in cui oltre all'aumentata competizione intraspecifica, si aggiungerebbe anche la pressione venatoria come è stato chiesto anche in Campania: https://www.facebook.com/pacesalva/posts/10209716568703160
Oltre a questo punto non possiamo non chiedere alle istituzioni di avviare:
Essenziale inoltre l'avvio di un efficace e capillare programma di prevenzione degli incendi con fotovideo-trappole nei luoghi sensibili per immortalare i piromani e gli incendiari, con modelli predittivi sull'evoluzione degli incendi e delle loro conseguenze.
In questa fase è importante individuare i responsabili (piromani, amministratori inefficienti e programmi di prevenzione fallaci) e non enfatizzare su capri espiatori (a volte anche fasulli, come i gatti incendiari ecc).
Si spera che ci sia una grande mobilitazione tesa a rimarginare e prevenire le ferite inferte dal fuco, che duri più di qualche giorno e che non si limiti ad una liberazione di una poiana fra qualche settimana nel cuore del parco d'avanti a qualche scolaresca come fatto l'anno scorso, che di certo non risolve il problema.
Si spera che in questa regione ed in questo paese si esca dalle dinamiche dalla politica delle emergenze in cui in pochi traggono benefici sulle disgrazie di molti e si passi ad un iter in cui vangano supportate e premiate la prevenzione ed il monitoraggio.
1. Se avvisti anche il più piccolo incendio chiama il 1515
2. Se trovi un animale selvatico ferito prestagli soccorso e portalo al CRAS più vicino http://www.recuperoselvatici.it/elenco.htm.
3. Se hai un orto vicino le zone incendiate crea ricoveri e nascondigli per gli animali selvatici che li hanno persi.
Per il lungo termine motiva i tuoi comuni a mappare le aree bruciate per evitare le future speculazioni e spingili a cercare i fondi per riforestare!
Qui di seguito una serie di buone motivazioni, considerazioni e decalogo delle azioni da prendere tratto dal post dei nostri amici dell’Associazione ARDEA.
Fuoco e Fauna. Cosa possiamo fare per mitigare gli effetti negativi che gli intensi ed estesi incendi stanno avendo sulla fauna?
Una premessa è doverosa per rispondere a questa domanda: localmente sarebbe necessario un attento studio che indichi le strategie da mettere in campo, strategie differenti a seconda del settore andato in fumo. Per cui quanto viene proposto è conseguenza delle conoscenze acquisite altrove (soprattutto all'estero) e delle buone pratiche (generiche) di sostegno alla fauna in momenti critici come questo. Inoltre, nel caso particolare delle riserve isolate, limitate in dimensioni e circondate da centro abitati, è bene ricordare che, i problemi per la fauna selvatica non finiscono con il finire dell'incendio ma anzi si protrarranno negli anni. Il Vesuvio per esempio è una vera è propria isola verde in un mare di cemento e asfalto. L'incendio ha sottratto preziosi ettari di territori alla fauna, che non potrà colonizzare altre zone senza attraversare, appunto, questo mare di strade e case. La competizione per le risorse rimaste si inasprirà e ad avere la peggio saranno gli individui più deboli, ma anche con meno esperienza, come i giovani sopravvissuti. Questo significa che, probabilmente, le popolazioni di animali selvatici subiranno un decremento negli anni, causato dal mancato ingresso delle nuove generazioni nelle popolazioni.
Molte specie (tra quelle che si muovono a terra lentamente) come ricci, rospi e alcuni rettili hanno sicuramente subito perdite numericamente importanti nella loro popolazione, per questo è importante aiutare i sopravvissuti in vario modo. Se troviamo un riccio e qualsiasi altro animale ferito o in difficoltà in portatelo al Centro Recupero Animali Selvatici http://www.recuperoselvatici.it/elenco.htm o telefonando al 1515.
Il servizio di cura e riabilitazione è assolutamente gratuito, alla consegna cercate di essere precisi sul luogo del ritrovamento, se l'animale viene riabilitato è importante liberarlo nel luogo non bruciato e idoneo più vicino al suo territorio in modo rinfoltire la popolazione sopravvissuta e agevolare l'animale liberato mettendolo in un contesto più familiare.
Probabilmente troverete difficoltà a trovare qualcuno incaricato dalle istituzioni disposto a portarlo, in tal caso mettete l'animale ferito in un cartone forato, in modo che stia più tranquillo al buio e possa respirare. Se il trasporto rappresenta un problema, spesso lo si risolve facilmente con una chiamata di aiuto ai nostri familiari o amici.
Come aiutare invece gli animali che non hanno riportato danni fisici ma sono privi di un territorio e di risorse idriche ed alimentari. In primis andando piano in auto e mostrando tanta attenzione alla guida. Animali come le volpi, le faine, le donnole ed altri si stanno muovendo soprattutto nelle ore crepuscolari e notturne lontano dai loro territori inceneriti per trovare qualcosa da mangiare e per fare questo attraversano spaventate strade che non conoscono aumentando di molto la probabilità di essere investiti, considerando poi che la quasi totalità delle strade del centro sud non possiede sottopassaggi per la fauna e che questa problematica miete moltissime vittime anche in periodi non critici.
Se avete un orto, un giardino, una azienda agricola vicina ad un’area bruciata cercate di aumentare il numero di ricoveri e nascondigli per chi ha perso la propria tana ed il proprio territorio. Infatti, moti animali scappati dalle aree carbonizzate cercano ospitalità nei territori più vicini.
Fate dei cumuli di pietra o tronchetti ricchi di interstizi per la fauna di piccola taglia come rettili, micromammiferi ecc. All'interno del vostro terreno mettere una ciotola bassa con dell'acqua in una zona all'ombra (per evitarne la rapida evaporazione); bassa per evitare l'annegamento di animali di piccole dimensioni già in difficoltà; un sottovaso alto 5 cm e largo fra 30 e i 50 cm può andare bene. Mettete in modo selettivo piccole quantità di cibo nel vostro giardino in modo da sostenere gli animali in questa fase critica ma non creare dipendenza trofica. È da evitare l’accumulo in grandi quantità il cibo soprattutto se di origine animale. Immaginate una grande quantità di carne in un giardino: dopo poco diventerebbe terribilmente maleodorante e sosterrebbe solo le popolazioni di animali più sinantropiche come ratti, corvidi e cani randagi, che presiederebbero l'area facendo da deterrente proprio agli animali che vogliamo aiutare, come volpi, ricci, mustelidi, ghiri ed altri. Per cui il cibo va messo in piccole quantità ed aggiunto solo quanto finisce, si può mettere a terra una ciotola con le crocchette per cani e gatti, nella cavità di un albero una manciata di semi e nocciole, un po’ di frutta e scarti alimentari vegetali su un ripiano in alto per gli uccelli. La comunità faunistica ora in difficoltà viene sostenuta più da una miriade di piccoli punti di alimentazione che da un grosso cumulo in poche zone.
Come aiutare le specie con grosse capacità di movimento come gli uccelli? Sicuramente la maggioranza degli individui capace di volare è salva (questo non vale per chi si trovava ancora nel nido). Queste specie hanno abbandonato velocemente l'area in volo dirigendosi lontano dalle fiamme. Ora non possono tornare nel loro territorio in cui tutto è distrutto, dagli alberi su cui si posavano alle loro risorse alimentari. Per abbassare la probabilità che muovendosi in contesti nuovi possano scontrarsi con finestre e vetrate conviene mettere alla finestra la sagoma di un rapace come hanno fatto i nostri amici di ARDEA ONLUS qui: https://www.facebook.com/ardeaonlus/posts/1626216704087513
SOSPENSIONE CACCIA PER QUEST'ANNO
La cosa più importante è che la Regione Lazio come la Regione Campania sospenda il calendario venatorio 2017/2018 nelle zone colpite e nelle zone ad esse limitrofe (circa 10 km), in quanto l'avifauna stanziale ha subito un grave danno da questi incendi e l'avifauna migratrice quando giungerà nei nostri territori per sostare lungo il viaggio verso sud o per trascorrere qui l'inverno non troverà lo strato vegetazionale e le risorse alimentari sufficienti e sarà costretta a cumularsi nelle poche aree intatte in cui oltre all'aumentata competizione intraspecifica, si aggiungerebbe anche la pressione venatoria come è stato chiesto anche in Campania: https://www.facebook.com/pacesalva/posts/10209716568703160
Oltre a questo punto non possiamo non chiedere alle istituzioni di avviare:
- la mappatura dei territori incendiati per evitare, come previsto dalla legge, le future possibili speculazioni su questi terreni per i prossimi 15 anni.
- politiche di forestazione per la ricostruzione degli ecosistemi danneggiati e per limitare l'erosione del suolo che avverrà ineluttabilmente con le prossime piogge.
Essenziale inoltre l'avvio di un efficace e capillare programma di prevenzione degli incendi con fotovideo-trappole nei luoghi sensibili per immortalare i piromani e gli incendiari, con modelli predittivi sull'evoluzione degli incendi e delle loro conseguenze.
In questa fase è importante individuare i responsabili (piromani, amministratori inefficienti e programmi di prevenzione fallaci) e non enfatizzare su capri espiatori (a volte anche fasulli, come i gatti incendiari ecc).
Si spera che ci sia una grande mobilitazione tesa a rimarginare e prevenire le ferite inferte dal fuco, che duri più di qualche giorno e che non si limiti ad una liberazione di una poiana fra qualche settimana nel cuore del parco d'avanti a qualche scolaresca come fatto l'anno scorso, che di certo non risolve il problema.
Si spera che in questa regione ed in questo paese si esca dalle dinamiche dalla politica delle emergenze in cui in pochi traggono benefici sulle disgrazie di molti e si passi ad un iter in cui vangano supportate e premiate la prevenzione ed il monitoraggio.
Argomento 2 - Dune costiere, Parco Nazionale del Circeo e Marina di Latina
La duna costiera: un ecosistema sotto pressione umana e marina

Cos'è la duna costiera ?
Le dune costiere sono delle forme geologiche originate dall'azione eolica tra la battigia e l'entroterra al punto di incontro tra mare, cielo e terra emersa. Quello che vediamo è solo la parte emersa. In questa, il vento è l'agente dominante di modellazione del paesaggio. Con i suoi venti dominanti e regnanti, l'azione eolica trasporta la sabbia portata dal moto ondoso dalla battigia fin dove occorre la vegetazione della duna. Questa riveste un ruolo fondamentale perché è in grado di intercettare i grani in saltazione verso l'entroterra bloccando la sabbia, dando così volume, forma ed elevazione alle dune costiere. Queste possono essere alte anche diversi metri vedi nel territorio di Sabaudia i migliori esempi dove si formano veri e propri cordoni dunali.
Lungo le coste mediterranee, la formazione dei diversi cordoni dunali è iniziata nel corso del Pleistocene (tra 75.000 e 100.000 anni fa). I materiali d'apporto dei corsi d'acqua hanno avuto un ruolo fondamentale per la loro formazione. Al giorno d'oggi con la costruzione delle reti viarie, l'abusivismo edilizio poi condonato, e l'irrigimentazione causata dalle diverse bonifiche (soprattuto quelle dell'ante guerra), la dinamicità della risposta della duna rispetto al gioco delle correnti, all'innalzamento marino e alla distribuzione dell'apporto sedimentario dei corsi d'acqua dolce (ora quasi inesistente), è stata fortemente limitata. Si vedono bene gli effetti di ciò sulla marina di Latina (in foto), San Felice e Terracina e su gran parte del litorale romano dove la vegetazione residua è in fase embrionale (vedi foto a lato di Giancarlo Bovina) e la duna scalzata spesso al suo piede dall'erosione marina che è a volte incentivata dalla perturbazione dell'equilibrio delle correnti legata alla costruzione o modifica di porti. Diversa è la situazione nelle aree protette dove la vegetazione dunale è in grado di evolversi a stadi più maturi e completi e il sistema di spiaggia in equilibrio.
La salute della vegetazione che colonizza la duna sabbiosa è determinante non solo per l'equilibrio mare-laghi costieri dal quale la fauna e la flora circostante dipendono ma anche come barriera difensiva di pianure poste al livello marino in risposta alle fluttuazioni climatiche.
Ormai lungo la nostra costa il delicato e fragile ecosistema, a causa del continuo calpestio selvaggio da parte dell'uomo (effetto antropico), negli ultimi 60 anni si è fortemente compromesso o degradato (vedi foto). Urge un'azione istituzionale pianificata, e la sensibilizzazione associativa e dei singoli.
Cosa possiamo fare nel concreto?
Le dune costiere sono delle forme geologiche originate dall'azione eolica tra la battigia e l'entroterra al punto di incontro tra mare, cielo e terra emersa. Quello che vediamo è solo la parte emersa. In questa, il vento è l'agente dominante di modellazione del paesaggio. Con i suoi venti dominanti e regnanti, l'azione eolica trasporta la sabbia portata dal moto ondoso dalla battigia fin dove occorre la vegetazione della duna. Questa riveste un ruolo fondamentale perché è in grado di intercettare i grani in saltazione verso l'entroterra bloccando la sabbia, dando così volume, forma ed elevazione alle dune costiere. Queste possono essere alte anche diversi metri vedi nel territorio di Sabaudia i migliori esempi dove si formano veri e propri cordoni dunali.
Lungo le coste mediterranee, la formazione dei diversi cordoni dunali è iniziata nel corso del Pleistocene (tra 75.000 e 100.000 anni fa). I materiali d'apporto dei corsi d'acqua hanno avuto un ruolo fondamentale per la loro formazione. Al giorno d'oggi con la costruzione delle reti viarie, l'abusivismo edilizio poi condonato, e l'irrigimentazione causata dalle diverse bonifiche (soprattuto quelle dell'ante guerra), la dinamicità della risposta della duna rispetto al gioco delle correnti, all'innalzamento marino e alla distribuzione dell'apporto sedimentario dei corsi d'acqua dolce (ora quasi inesistente), è stata fortemente limitata. Si vedono bene gli effetti di ciò sulla marina di Latina (in foto), San Felice e Terracina e su gran parte del litorale romano dove la vegetazione residua è in fase embrionale (vedi foto a lato di Giancarlo Bovina) e la duna scalzata spesso al suo piede dall'erosione marina che è a volte incentivata dalla perturbazione dell'equilibrio delle correnti legata alla costruzione o modifica di porti. Diversa è la situazione nelle aree protette dove la vegetazione dunale è in grado di evolversi a stadi più maturi e completi e il sistema di spiaggia in equilibrio.
La salute della vegetazione che colonizza la duna sabbiosa è determinante non solo per l'equilibrio mare-laghi costieri dal quale la fauna e la flora circostante dipendono ma anche come barriera difensiva di pianure poste al livello marino in risposta alle fluttuazioni climatiche.
Ormai lungo la nostra costa il delicato e fragile ecosistema, a causa del continuo calpestio selvaggio da parte dell'uomo (effetto antropico), negli ultimi 60 anni si è fortemente compromesso o degradato (vedi foto). Urge un'azione istituzionale pianificata, e la sensibilizzazione associativa e dei singoli.
Cosa possiamo fare nel concreto?
- utilizzare esclusivamente le apposite discese che conducono in spiaggia realizzate da questa amministrazione.
- evitare assolutamente di calpestare o cogliere qualsiasi essenza vegetale ed arborea
- piantare gli ombrelloni almeno 3 metri dalle ultime piante della duna per evitare di danneggiare le piante pioniere deposte al piede della duna che sono essenziali per l'accumulo della sabbia.
- evitare di parcheggiare le autovetture e in particolar modo biciclette e motocicli al di fuori degli spazi appositi: potrebbero danneggiare il retroduna.
- non lasciare assolutamente alcun tipo di rifiuto sulla battigia, anzi consigliamo di differenziarli e di riportarli a casa: inquinerebbero l'ecosistema.
- è consigliabile portare contenitori "a rendere" (evitare prodotti usa e getta) in modo da produrre meno rifiuti possibili.
Spiagge e fondali puliti Latina Capoportiere 2017 manifestazione organizzata dagli amici di Legambiente circolo Arcobaleno di Latina con l'aiuto della sezione Legambiente Larus di Sabaudia compartecipata dalle associazioni Sempre Verde Pro Natura - Latina, Italia Nostra Latina, amici dei musei latina, Latina In itinere e Bici x Umanita 'onlus' - BXU sotto il patrocinio del Comune di Latina e del parco Nazionale del Circeo.
Dopo il volantinaggio i bagnanti son stati coinvolti nella didattica e sensibilizzazione sulla duna e la sua cura a breve e lungo termine. Gli interventi son stati a cura di naturalisti e geologi rispettivamente di Legambiente e della Federazione Nazionale Pro Natura che hanno ricordato anche l'attivismo di Giancarlo Bovina. Diversi bambini sono intervenuti con domande e appunti degni di nota. Ricordiamo tra tutti i bambini Matteo e Gaia. I volontari delle diverse associazioni si sono poi impegnati nella pulizia della duna e del retroduna riempendo diversi sacchi con plastiche metalli e scarti antropici di ogni varietà.
Ci saranno presto ulteriori novità che porremmo alla vostra attenzione.
Viva la collaborazione. Viva la duna.
Sostieni le nostre attività di volontariato, Dona il 5 x 1000 a "Sempre Verde" Codice Fiscale 91060010591
Dopo il volantinaggio i bagnanti son stati coinvolti nella didattica e sensibilizzazione sulla duna e la sua cura a breve e lungo termine. Gli interventi son stati a cura di naturalisti e geologi rispettivamente di Legambiente e della Federazione Nazionale Pro Natura che hanno ricordato anche l'attivismo di Giancarlo Bovina. Diversi bambini sono intervenuti con domande e appunti degni di nota. Ricordiamo tra tutti i bambini Matteo e Gaia. I volontari delle diverse associazioni si sono poi impegnati nella pulizia della duna e del retroduna riempendo diversi sacchi con plastiche metalli e scarti antropici di ogni varietà.
Ci saranno presto ulteriori novità che porremmo alla vostra attenzione.
Viva la collaborazione. Viva la duna.
Sostieni le nostre attività di volontariato, Dona il 5 x 1000 a "Sempre Verde" Codice Fiscale 91060010591
Argomento 3 - Forestazione
LIBERA L'ALBERO - il momento della cura delle piante
Sono partite grazie alla spinta dei giovani sempreverdini le iniziative di Libera L'Albero per la manutenzione delle essenze messe a dimora quest'inverno. La prima tappa ha visto decespugliare l'intorno delle piante e la pacciamatura a Via Bellini.
La seconda in collaborazione sempre con LATINA IN BICICLETTA è stata al Parco Santa Rita dove 70 piante hanno bisogno di cura. Accorrete, serve una mano e un po di cuore.
Prossima iniziativa LIBERA L'ALBERO 3. Allora, appuntamento Sabato 20 Maggio 2017, ore 18 Via Bellini, ore 19 Parco Santa Rita per manutenzione e annaffiatura.
La seconda in collaborazione sempre con LATINA IN BICICLETTA è stata al Parco Santa Rita dove 70 piante hanno bisogno di cura. Accorrete, serve una mano e un po di cuore.
Prossima iniziativa LIBERA L'ALBERO 3. Allora, appuntamento Sabato 20 Maggio 2017, ore 18 Via Bellini, ore 19 Parco Santa Rita per manutenzione e annaffiatura.
LIBERA DONAZIONE (offerta+1 €)
Forestazione al parco Santa Rita

Carissime/i,
più di 15 volontari hanno confermato la loro presenza per l'evento 11/3 Piantumazione ParcoS.Rita. Di queste persone 10-12 hanno degli attrezzi. Serve che qualcuno porti: concime bio, terriccio, e soprattutto, se potete, delle bottiglie di plastica verde ritagliate che verranno usate per proteggere la base degli alberi. Se qualcuno si vuole occupare anche di fare dei cartellini per poi scrivere il nome della specie piantata è il benvenuto.
Se ci siete e portate qualcosa o anche solo le vostre braccia scriveteci a sempreverde.pronatura@gmail.com
e ci raccomandiamo di onorare il motto #portalamici !
foto di Stefano Cocchetto
Storia di un inizio di Riforestazione delle nostre terre
In quest'inverno 2016-17 l'associazione Sempre Verde si sta occupando con entusiasmo di raccogliere le informazioni utili e le energie per iniziare a piantumare alberi nella nostra città. Questo avviene tramite
Qui di seguito le foto dell'evento del 12 Febbraio 2017 Bike Breakfast e piantumazione organizzato da Ersilia Sanità per Latina in bicicletta in collaborazione con Sempre Verde Pro Natura - Latina. Grazie al mitico Stefano Cocchetto, new entry sempreverdina, Sempre Verde Pro Natura - Latina ha messo a disposizione una bella dose di biodiversità da offrire alla zona verde tra Via Rossetti e Via Bellini a Latina. L'Associazione Sempre Verde ringrazia "vivamente" i Forestali del vivaio della Forestale Carabinieri nel Parco nazionale del Circeo per averci donato le piante. Guardate che belle!
più di 15 volontari hanno confermato la loro presenza per l'evento 11/3 Piantumazione ParcoS.Rita. Di queste persone 10-12 hanno degli attrezzi. Serve che qualcuno porti: concime bio, terriccio, e soprattutto, se potete, delle bottiglie di plastica verde ritagliate che verranno usate per proteggere la base degli alberi. Se qualcuno si vuole occupare anche di fare dei cartellini per poi scrivere il nome della specie piantata è il benvenuto.
Se ci siete e portate qualcosa o anche solo le vostre braccia scriveteci a sempreverde.pronatura@gmail.com
e ci raccomandiamo di onorare il motto #portalamici !
foto di Stefano Cocchetto
Storia di un inizio di Riforestazione delle nostre terre
In quest'inverno 2016-17 l'associazione Sempre Verde si sta occupando con entusiasmo di raccogliere le informazioni utili e le energie per iniziare a piantumare alberi nella nostra città. Questo avviene tramite
- azioni sporadiche di piantumazione (21 nov, 18 dic 2016, 12 e 18 Febbraio, 11 Marzo 2017)
- azione di studio
Qui di seguito le foto dell'evento del 12 Febbraio 2017 Bike Breakfast e piantumazione organizzato da Ersilia Sanità per Latina in bicicletta in collaborazione con Sempre Verde Pro Natura - Latina. Grazie al mitico Stefano Cocchetto, new entry sempreverdina, Sempre Verde Pro Natura - Latina ha messo a disposizione una bella dose di biodiversità da offrire alla zona verde tra Via Rossetti e Via Bellini a Latina. L'Associazione Sempre Verde ringrazia "vivamente" i Forestali del vivaio della Forestale Carabinieri nel Parco nazionale del Circeo per averci donato le piante. Guardate che belle!
Quest'azione di volontariato che ha visto la messa a dimora di 26 piantate da parte di alcuni volontari di Sempre Verde, Latina in Bicicletta e Gigante Buono con circa 40 partecipanti totali. Hanno partecipato inoltre Roberto Lessio (Assessore all'ambiente ed Energia Comune di Latina) e Loretta Isotton (consigliere comunale) e del Parco nazionale del Circeo. É andata benissimo. 4 persone di 4 case nelle immediate vicinanze avvisate di dare un'occhiata agli alberelli... Ma ogni tanto ci toccherà venire a dare un'occhiata.
Tutti i volontari, i soci e i simpatizzanti sono grandemente ringraziati.
per iscrizioni a Sempre Verde clicca qui
Tutti i volontari, i soci e i simpatizzanti sono grandemente ringraziati.
per iscrizioni a Sempre Verde clicca qui

La domenica successiva ha avuto luogo un'operazione di piantumazione organizzata dal comune di Latina con circa 400 piante di dieci specie autoctone sabato 18 Febbraio mattina da piantumare contemporaneamente in 3 diverse aree destinate al verde pubblico di proprietà comunale. Queste sono state 1) il Parco San Marco, dove abbiamo piantato degli alberi caducifoglie lungo i camminamenti per creare ombra d'estate e permettere il passaggio della luce in inverno; 2) l'Oasi Verde in Q4 vicino Don Milani e - come mostrato nella foto qui a lato dall'assessore Lessio - 3) anche nelle aree verdi vicino la rotonda antistante l'Agenzia delle Entrate a Latina. In quest'ultima, dietro il centro commerciale son state piantumate due file di alberi caducifoglie a debita distanza dai pannelli solari.
Stiamo programmando le prossime attività: per rendere efficace e veloce il prossimo evento di piantumazione, fateci sapere del vostro contributo (chi è disposto a piantare, gli attrezzi che porta, ecc). scrivendo a sempreverde.pronatura@gmail.com
Stiamo programmando le prossime attività: per rendere efficace e veloce il prossimo evento di piantumazione, fateci sapere del vostro contributo (chi è disposto a piantare, gli attrezzi che porta, ecc). scrivendo a sempreverde.pronatura@gmail.com

cambiamenti_climatici_a_latina.pdf | |
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Argomento 4 - Le impronte del Territorio, Il dinosauro Martino e la valorizzazione naturalistica
La valorizzazione delle aree protette e dei loro reperti paleontologici tra Monti Volsci e Piana Pontina
Ecco a voi un bell'articolo divulgativo del Paleontologo e Geologo Daniele Raponi su una delle più grandi scoperte scientifiche del centro Italia che pone all'attenzione del pubblico la valorizzazione naturalistica del nostro territorio.
http://www.compagniadeilepini.it/la-piu-grande-scoperta-paleontologica-del-centro-italia-le-orme-dinosauro-sezze/
I Monti Volsci tutti sono interessati da impronte di dinosauro da Esperia a Sezze, a Terracina. Queste son state rinvenute su alcune rarissime superfici di strato del Cretaceo. Le tracce del dinosauro di Rio Martino, per le quali Sempre Verde Pro Natura - Latina si sta battendo, sono un esempio tangibile della vita di 110 milioni di anni fa che ci parla anche di estinzione delle specie e di variazioni climatiche, temi a noi cari. Quel reperto è qualcosa di raro e prezioso che la nostra comunità sta ora riscoprendo salvandolo dalle intemperie e dalla dissoluzione. Presto alla Soprintendenza arriverà la scelta se ad occuparsene saranno le amministrazioni di Latina o di Terracina attraverso un allestimento museale. Sempre Verde Pro Natura Latina ha contribuito a disegnare la proposta del capoluogo nel luogo più prossimo a quello del rinvenimento. Il sito di Cava Petrianni a Sezze studiato dall'equipe del Prof. Umberto Nicosia invece deve essere anch'esso preservato e valorizzato ma visto che non si può trasportare per ovvi motivi va fatto in sito. Puntiamo sulla volontà politica dei Setini di mettersi in rete con il resto della provincia per farlo. Speriamo che il vento di cambiamento che sta attraversando le nostre amministrazioni locali arrivi a far squadra per giungere in modo efficace e completo all'obiettivo della preservazione della natura e del rilancio dell'economia in chiave ecosostenibile dai Lepini, agli Ausoni, agli Aurunci - i Monti Volsci. Viva la natura. Let's go green
http://www.compagniadeilepini.it/la-piu-grande-scoperta-paleontologica-del-centro-italia-le-orme-dinosauro-sezze/
A seguire due documenti, quello che riguarda l'istituzione del monumento naturale delle impronte di Sezze e il secondo che riguarda la storia di contingenze che hanno portato le impronte di dinosauro ad essere riscoperte a Rio Martino da Bruno Tamiozzo e Stefano Panigutti (autore del secondo testo).
http://www.compagniadeilepini.it/la-piu-grande-scoperta-paleontologica-del-centro-italia-le-orme-dinosauro-sezze/
I Monti Volsci tutti sono interessati da impronte di dinosauro da Esperia a Sezze, a Terracina. Queste son state rinvenute su alcune rarissime superfici di strato del Cretaceo. Le tracce del dinosauro di Rio Martino, per le quali Sempre Verde Pro Natura - Latina si sta battendo, sono un esempio tangibile della vita di 110 milioni di anni fa che ci parla anche di estinzione delle specie e di variazioni climatiche, temi a noi cari. Quel reperto è qualcosa di raro e prezioso che la nostra comunità sta ora riscoprendo salvandolo dalle intemperie e dalla dissoluzione. Presto alla Soprintendenza arriverà la scelta se ad occuparsene saranno le amministrazioni di Latina o di Terracina attraverso un allestimento museale. Sempre Verde Pro Natura Latina ha contribuito a disegnare la proposta del capoluogo nel luogo più prossimo a quello del rinvenimento. Il sito di Cava Petrianni a Sezze studiato dall'equipe del Prof. Umberto Nicosia invece deve essere anch'esso preservato e valorizzato ma visto che non si può trasportare per ovvi motivi va fatto in sito. Puntiamo sulla volontà politica dei Setini di mettersi in rete con il resto della provincia per farlo. Speriamo che il vento di cambiamento che sta attraversando le nostre amministrazioni locali arrivi a far squadra per giungere in modo efficace e completo all'obiettivo della preservazione della natura e del rilancio dell'economia in chiave ecosostenibile dai Lepini, agli Ausoni, agli Aurunci - i Monti Volsci. Viva la natura. Let's go green
http://www.compagniadeilepini.it/la-piu-grande-scoperta-paleontologica-del-centro-italia-le-orme-dinosauro-sezze/
A seguire due documenti, quello che riguarda l'istituzione del monumento naturale delle impronte di Sezze e il secondo che riguarda la storia di contingenze che hanno portato le impronte di dinosauro ad essere riscoperte a Rio Martino da Bruno Tamiozzo e Stefano Panigutti (autore del secondo testo).
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RIO MARTINO Le impronte che vogliamo preservare

Queste impronte hanno bisogno di essere spostate lontano dal mare e dalle ruspe per garantirne la preservazione
Anche Italia Nostra ne chiese la tutela in una scheda progettuale riguardante la rivalutazione della zona di Rio Martino consegnata al Parco Nazionale del Circeo nel Marzo 2016. Anche Sempre Verde si fa garante di questa istanza e rilancia l'8 Luglio 2016 nella nostra lettera al Sindaco richiedendone la conservazione immediata. Dopo la conferenza sul Fogliano del 9 settembre e all'intervento di Panigutti di pochi giorni dopo, la segnalazione di Sempre Verde finalmente diventa operativa per opera del Sindaco. I lavori di ristrutturazione del porto però rischiano di apportare danni definitivi al blocco che ora sembra essere stato preservato in attesa di trasferimento. Attendiamo fiduciosi la loro valorizzazione in una struttura consona.
Notizie del 16 settembre 2016 riportano che la Commissione Cultura del Comune di Latina ha votato per la loro salvaguardia.
Sperando che questo si realizzi presto, ci tengo a dire a nome di tutti i sempreverdini che siamo felici, felicissimi che l'iniziativa di salvaguardia delle orme stia avendo diventando realtà grazie all'attenzione di Damiano Coletta e Fabio maD'Achille. Avere impronte di circa 114 milioni di anni non è da tutti! Magari se ci saranno dei nuovi lavori a Rio Martino, si potrebbero chiamare i paleontologi per vigilare che non ce ne siano altre e magari di più belle nella parte rigirata dei blocchi ora usati come frangiflutti.
Anche Italia Nostra ne chiese la tutela in una scheda progettuale riguardante la rivalutazione della zona di Rio Martino consegnata al Parco Nazionale del Circeo nel Marzo 2016. Anche Sempre Verde si fa garante di questa istanza e rilancia l'8 Luglio 2016 nella nostra lettera al Sindaco richiedendone la conservazione immediata. Dopo la conferenza sul Fogliano del 9 settembre e all'intervento di Panigutti di pochi giorni dopo, la segnalazione di Sempre Verde finalmente diventa operativa per opera del Sindaco. I lavori di ristrutturazione del porto però rischiano di apportare danni definitivi al blocco che ora sembra essere stato preservato in attesa di trasferimento. Attendiamo fiduciosi la loro valorizzazione in una struttura consona.
Notizie del 16 settembre 2016 riportano che la Commissione Cultura del Comune di Latina ha votato per la loro salvaguardia.
Sperando che questo si realizzi presto, ci tengo a dire a nome di tutti i sempreverdini che siamo felici, felicissimi che l'iniziativa di salvaguardia delle orme stia avendo diventando realtà grazie all'attenzione di Damiano Coletta e Fabio maD'Achille. Avere impronte di circa 114 milioni di anni non è da tutti! Magari se ci saranno dei nuovi lavori a Rio Martino, si potrebbero chiamare i paleontologi per vigilare che non ce ne siano altre e magari di più belle nella parte rigirata dei blocchi ora usati come frangiflutti.
Immagini dagli articoli di Citton e Romano (2015, 2016); disegni del dinosauro in vista laterale Struthiomimus a cura di Davide Bonadonna

Delle tre impronte meglio conservate, una in particolare ha permesso ai nostri ricercatori di applicare i loro metodi di indagine. L’impronta, infatti, mostra diverse caratteristiche peculiari e distintive che hanno permesso di collegarla a materiale osseo già conosciuto e descritto in letteratura.
Nello studio, sono state condotte analisi morfometriche per individuare gruppi di animali con morfologia generale del piede simile a quella che deve aver lasciato le impronte analizzate. Attraverso la comparazione di queste impronte con resti (già noti) di altri gruppi di dinosauri teropodi, i due ricercatori hanno stabilito che a camminare lungo gli attuali litorali laziali furono probabilmente degli esemplari appartenenti al gruppo degli Ornithomimosauridae.
Un aspetto particolare della pista studiata sono le informazioni sul comportamento del teropode che si possono ricavare dalle tracce fossili di Latina. Le impronte risultano infatti caratterizzate da una lunga traccia posteriore lasciata dal metatarso, elemento che indica una postura “accucciata” per il dinosauro. Per imprimere queste tracce l’animale doveva procedere con postura “gattonante”, come si osserva attualmente nei felini che procedono con cautela per tendere un agguato. La postura abbassata può essere legata a diversi comportamenti come un atteggiamento cautelativo dell’animale su substrati estremamente soffici, semplice accovacciamento per bere in corrispondenza di pozze d’acqua dolce o per mangiare, o inseguimento di prede e agguati
Il complesso ciclo di locomozione, ricavabile a partire dalle impronte, è stato mirabilmente raffigurato in una tavola dall’artista italiano Davide Bonadonna, che, in esclusiva per questo studio, ha rappresentato il “colpevole” delle impronte pontine. da http://www.paleofans.it/sito/news/122/Teropodi_al_mare.htm
Alcuni articoli sulle impronte del Dinosauro di Rio Martino (LT)
Il messaggero Il Dipartimento di Scienze della Terra di Roma - Sapienza Il national geographic news-24.it Sondaggio per attribuzione delle impronte. Clicca qui per scegliere tra Latina, Terracina o (Museo Nazionale)
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19 Aprile 2017 - La Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Frosinone, Latina e Rieti ha concesso il deposito presso il Museo Procoio del masso con le impronte di dinosauro rinvenuto a Rio Martino. Il progetto è stato scritto da Sempre Verde con la collaborazione del Geologo Stefano Panigutti, di Italia Nostra (Giancarlo Bovina) e dalla Fondazione Zei.
A Rio Martino (Latina), le impronte di Dinosauro scoperte nel 2014 dal Geologo Stefano Panigutti son state studiate dai Paleontologi della Sapienza (Marco Romano e Paolo Citton). Leggi i loro articoli scientifici postati qui sotto.
Argomento 5 - Zannone nel degrado: stato e proposte
L'ISOLA DI Zannone nel degrado, e Ponza che fa? che farà?
aggiornamento Latina Agosto 2016 (aggiunte Ottobre 2016),
Zannone è l'unica isola pontina sotto la protezione del Parco Nazionale del Circeo. Da un punto di vista geologico rappresenta un museo all'aria aperta di grande ricchezza perché contiene in un chilometro quadro 1) rocce sedimentarie di affinità umbro-toscana, 2) rocce metamorfiche del basamento appenninico, 3) rocce vulcaniche. Da un punto di vista naturalistico l'isola è ricca di specie endemiche ed ha anche una bella lecceta sul lato nord. I fondali inoltre sono ricchissimi. Un vero paradiso. Un paradiso a rischio estinzione.
Dopo qualche decennio di solare amministrazione, la situazione di degrado è aumentata soprattuto negli ultimi anni a seguito dell'interruzione del servizio di guardia e vigilanza del Corpo Forestale dello Stato la cui tutela ormai è al momento quasi totalmente assente per mancanza di fondi e problemi riorganizzativi anche in estate quando turisti e mal intenzionati si avventano sull'isola. Oltre all'immondizia, della cui faccenda rimandiamo all'articolo linkato, vige il completo stato di abbandono soprattutto nella ex-Casa di Caccia, innestata al centro del comprensorio benedettino di Santo Spirito sulla cresta che porta al Monte Pellegrino. La villa, un tempo sede principale del Parco Nazionale del Circeo, ora è in totale stato di abbandono ed è anch'essa come il monastero diroccata benché abbia molti meno anni. Come potete vedere dalla foto ci sono dei muri crollati sul lato nord e bruttezze senza fine.
La pressione politica per riprendersi l'Isola di Zannone da parte dell'amministrazione comunale di Ponza è palese sui social network. L'espansionismo economico della vicina Isola di Ponza si spinge a inventare un nuovo porto che vedrà desalinizzatori e cementificazione di due baie in Cala dell'Acqua. Per dettagli vedi foto qui sotto. Certo magari tutto ciò potrebbe produrre posti di lavoro e sviluppo sull'Isola ma vorremmo sapere di più sui danni ambientali programmati, se la Valutazione di Impatto Ambientale è stata ben fatta.
In ottobre, si aggiunge in ultimo la squele di interrogazioni parlamentari presentate dal Senatore Fazzone, Polverini, Brunetta, Centinaio per chiedere il commissariamento del Parco Nazionale del Circeo per malagestione. Tutto si basa sul report del Sindaco di Ponza e sugli interessi sull'Isola di Zannone per i quali rimandiamo ai link di cui sotto.
DOMANDE
Ritornando a Zannone appunto, consci dell'espansionismo economico di Ponza e della decadenza amministrativa continentale, potrà il gioiello del Parco Nazionale del Circeo sopravvivere agli speculatori che volessero colonizzarla? Considerando quanto successo al Parco Nazionale dello Stelvio, potrà quello del Circeo evitare di fare la stessa fine, lo smantellamento?
PROPOSTA
Proponiamo che l'Isola di Zannone torni ad essere pulita, frequentata e vissuta in modo corretto per non lasciar spazio a chi vuole depredarla o distruggerne le sua bellezze naturali. A Marzo 2016 abbiamo presentato una scheda progettuale in tal senso nel quadro del potenziamento trasporto ecoturistico a servizio del Parco Nazionale del Circeo all'Ente Parco stesso.
Attraverso l’autorità e l’influenza del Parco ci proponiamo di istituire quest'inverno dei tavoli di confronto per favorire il collegamento continente-Zannone. Vorremmo nei fatti favorire la costituzione di un trasporto stagionale anche mediante un bando per la creazione di una cooperativa di pescatori-trasportatori da Latina, Sabaudia e San Felice. Parte degli incassi saranno volti a pagare un guardiano naturalistico.
Proponiamo inoltre che i rappresentanti dei comuni del Parco, l'Ente Parco stesso e le associazioni seggano al tavolo per disegnare un futuro migliore per le nostre aree protette e per lo sviluppo ecosostenibile.
Per maggiori info, se avete voglia di collaborare e metter su un progetto in questo senso scrivete a sempreverde.pronatura@gmail.com
aggiungiamo anche gli articoli scaturiti da questa nostra segnalazione
h24notizie.com, www.ponzaracconta.it, ilcaffe.tv, Interrogazioni Parlamentari
Zannone è l'unica isola pontina sotto la protezione del Parco Nazionale del Circeo. Da un punto di vista geologico rappresenta un museo all'aria aperta di grande ricchezza perché contiene in un chilometro quadro 1) rocce sedimentarie di affinità umbro-toscana, 2) rocce metamorfiche del basamento appenninico, 3) rocce vulcaniche. Da un punto di vista naturalistico l'isola è ricca di specie endemiche ed ha anche una bella lecceta sul lato nord. I fondali inoltre sono ricchissimi. Un vero paradiso. Un paradiso a rischio estinzione.
Dopo qualche decennio di solare amministrazione, la situazione di degrado è aumentata soprattuto negli ultimi anni a seguito dell'interruzione del servizio di guardia e vigilanza del Corpo Forestale dello Stato la cui tutela ormai è al momento quasi totalmente assente per mancanza di fondi e problemi riorganizzativi anche in estate quando turisti e mal intenzionati si avventano sull'isola. Oltre all'immondizia, della cui faccenda rimandiamo all'articolo linkato, vige il completo stato di abbandono soprattutto nella ex-Casa di Caccia, innestata al centro del comprensorio benedettino di Santo Spirito sulla cresta che porta al Monte Pellegrino. La villa, un tempo sede principale del Parco Nazionale del Circeo, ora è in totale stato di abbandono ed è anch'essa come il monastero diroccata benché abbia molti meno anni. Come potete vedere dalla foto ci sono dei muri crollati sul lato nord e bruttezze senza fine.
La pressione politica per riprendersi l'Isola di Zannone da parte dell'amministrazione comunale di Ponza è palese sui social network. L'espansionismo economico della vicina Isola di Ponza si spinge a inventare un nuovo porto che vedrà desalinizzatori e cementificazione di due baie in Cala dell'Acqua. Per dettagli vedi foto qui sotto. Certo magari tutto ciò potrebbe produrre posti di lavoro e sviluppo sull'Isola ma vorremmo sapere di più sui danni ambientali programmati, se la Valutazione di Impatto Ambientale è stata ben fatta.
In ottobre, si aggiunge in ultimo la squele di interrogazioni parlamentari presentate dal Senatore Fazzone, Polverini, Brunetta, Centinaio per chiedere il commissariamento del Parco Nazionale del Circeo per malagestione. Tutto si basa sul report del Sindaco di Ponza e sugli interessi sull'Isola di Zannone per i quali rimandiamo ai link di cui sotto.
DOMANDE
Ritornando a Zannone appunto, consci dell'espansionismo economico di Ponza e della decadenza amministrativa continentale, potrà il gioiello del Parco Nazionale del Circeo sopravvivere agli speculatori che volessero colonizzarla? Considerando quanto successo al Parco Nazionale dello Stelvio, potrà quello del Circeo evitare di fare la stessa fine, lo smantellamento?
PROPOSTA
Proponiamo che l'Isola di Zannone torni ad essere pulita, frequentata e vissuta in modo corretto per non lasciar spazio a chi vuole depredarla o distruggerne le sua bellezze naturali. A Marzo 2016 abbiamo presentato una scheda progettuale in tal senso nel quadro del potenziamento trasporto ecoturistico a servizio del Parco Nazionale del Circeo all'Ente Parco stesso.
Attraverso l’autorità e l’influenza del Parco ci proponiamo di istituire quest'inverno dei tavoli di confronto per favorire il collegamento continente-Zannone. Vorremmo nei fatti favorire la costituzione di un trasporto stagionale anche mediante un bando per la creazione di una cooperativa di pescatori-trasportatori da Latina, Sabaudia e San Felice. Parte degli incassi saranno volti a pagare un guardiano naturalistico.
Proponiamo inoltre che i rappresentanti dei comuni del Parco, l'Ente Parco stesso e le associazioni seggano al tavolo per disegnare un futuro migliore per le nostre aree protette e per lo sviluppo ecosostenibile.
Per maggiori info, se avete voglia di collaborare e metter su un progetto in questo senso scrivete a sempreverde.pronatura@gmail.com
aggiungiamo anche gli articoli scaturiti da questa nostra segnalazione
h24notizie.com, www.ponzaracconta.it, ilcaffe.tv, Interrogazioni Parlamentari
Immagini dal sito http://www.interprogetti.net/progetti/53/porto-turistico-cala-dellacqua/
Argomento 6
L'AMazzonia perduta
Clicca qui per vedere il magnifico documentario di Mario Tozzi del Luglio 2016.
Argomento 7
INcontro Geotermia 29 Aprile 2016 - slides presentazioni
I primi tre interventi (Cardello, Guglielmetti, Ferraresi). Scorrete in basso per scegliere la slide che volete vedere.
Qui sotto gli ultimi due interventi (Faggioni, Brighenti) sul ruolo delle Spin off universitarie nel campo della ricerca geotermica e della Cop 21 (accordi di Parigi). NB La consultazione è libera ma per l'uso di queste immagini chiedeteci il permesso citando in ogni caso la fonte.
Argomento 8
INTERVENTI DEI SOCI SU TEMI RILEVANTI L'AMBIENTE
Argomento 9